sabato 9 gennaio 2010

Lo strano caso di Alexander Kristoff & l'UCI

Il corridore della BMC Racing Team Alexander Kristoff non potrà partecipare al Tour Down Under, prima corsa del Pro Tour dell'anno. La causa non è una scelta tecnica della squadra o un infortunio, ma semplicemente il corridore norvegese, al primo anno in una squadra del Pro Tour, non ha affrontato i 3 controlli minimi richiesti per il passaporto biologico dell'UCI.
Il regolamento dell'UCI prevede che "corridori di squadre UCI ProTour e UCI Professional Continental devono fornire informazioni sul luogo in cui si trovano e devono essere sottoposti almeno a 3 test sui parametri sanguigni in conformità ai protocolli del passaporto biologico dell'UCI. I 3 test devono essere effettuati in un periodo minimo di sei settimane".
In un periodo di scandali e doping che dura anni, un regolamento così severo e anche logorante per i corridori può essere comprensibile. Ma non è comprensibile che un giovane corridore, che vuole partecipare alla prima corsa dell'anno, è impossibilitato a farla perchè l'UCI non ha ancora fatto questi controlli. E se non li farà mai? Quando Kristoff potrà correre una corsa?
"Non mi hanno ancora fatto un prelievo e non c'è niente che posso fare in merito" ha detto il giovane al sito feltet.dk. "Non so quando l'UCI mi farà i test ma spero prima delle classiche primaverili, perchè vorrei correre il Giro delle Fiandre più di ogni altra corsa."
Situazione veramente paradossale e direi al limite del grottesco. Dopo i controlli al ristorante a Pereiro, l'UCI non si vuole certamente smentire e continua ad accumulare figuracce su figuracce in questa caccia alle streghe. Ma soprattutto, si nega il diritto a un atleta di poter correre a causa della disorganizzazione nel quale naviga tutto il mondo dell'antidoping nel ciclismo.
In attesa del prossimo caso, tanti auguri ad Alexander Kristoff per la sua (forse) annata con la BMC.

fonte: cyclingnews.com

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