lunedì 9 luglio 2012

Tour de France 2012, Wiggins stravince la crono, 2° Froome, Evans indietro, Nibali buon 8°

Il britannico Bradley Wiggins non sbaglia il primo set ball vincendo con una grande prestazione la nona tappa del Tour de France, 41,5 km di cronometro da Arc-et-Senans a Besancon. Il corridore del Team Sky ha preceduto il compagno di squadra Chris Froome di 35 secondi e Fabian Cancellara (RadioShack) di 57 secondi, confermando il dominio della squadra britannica in queste primissime tappe. Ottimo 4° posto per Tejay Van Garderen (BMC), 5° Chavanel, 6° Cadel Evans a 1 minuto e 43 secondi, poi Peter Velits, un convincente Nibali 8°, Menchov e Kloden. Solo 12° posto per lo sfortunato Tony Martin (OPQS) che come nel prologo ha forato perdendo secondi e concentrazione.
Non avendo molto da dire sul percorso (non esattamente pianeggiante ma comunque per specialisti), posso parlare liberamente della situazione in classifica dopo le prime montagne e la prima crono. E' evidente che finora c'è stato un solo dominatore, Bradley Wiggins e il suo Team Sky. A cronometro attualmente sembra imbattibile, in salita tiene senza grossi affanni e il solo compagno Froome sembra averne più di lui. Maglia gialla meritata e un vantaggio di 1 minuto e 53 secondi su Evans che dovrà studiare molto bene un attacco per staccare il britannico, cercando di arrivare all'ultima cronometro con un margine di sicurezza di almeno 2 minuti per evitare sorprese. 3° posto per Chris Froome, a 2m7s da Wiggins, l'outsider per il podio e per la vittoria finale. Cosa farà il Team Sky nel caso in cui Froome volerà sulle montagne? Lo fermerà? Un bell'interrogativo per un corridore che sta dimostrando di avere qualità non indifferenti.
4° posto per un bellissimo Vincenzo Nibali a 2m23s che nel Tour dei già sconfitti è l'unica nota lieta per chi non vuole un monopolio anglofono. Il siciliano sta carburando, in salita non è ancora al meglio ma potrà sfruttare le sue doti in discesa (Wiggins non sembra un drago) e cercare di tenere nell'ultima crono. 5° posto per Menchov, sui livelli degli ultimi anni ma bravo a non sparire nell'anonimato, 6° e 7° Zubeldia e Monfort, le uniche note liete in casa RadioShack, 8° la maglia bianca Van Garderen che dovrà stringere i denti sulle salite recuperando poi terreno a cronometro. 9° posto per Van den Broeck, autore di una buona cronometro (a 3 minuti da Wiggins) che può puntare alla Top Ten. Seguono Roche, Rui Costa, diventato capitano della Movistar, Taaramae e Gallopin, giovani che stanno crescendo. A seguire, alcuni degli sconfitti citati prima, Brajkovic a 6 minuti e mezzo, Kloden, Frank Schleck, un deludente Coppel (ma è ancora giovane), Leipheimer (lo aspettavo almeno nei primi 5 a questo punto) e Peter Velits. Più giù, iniziamo con le delusioni più grosse, uno spento Horner, Rolland, Valverde e gli ex leader Rabobank. Basso è 22°, Scarponi è 27°, entrambi hanno uno scopo ben preciso in questo Tour, il primo aiutare Nibali, il secondo vincere una tappa, quindi la posizione di classifica è ininfluente per i loro scopi.
Cosa dire quindi? Che il Tour si dimostra una corsa ostica, fatale in alcuni momenti. Wiggins, Evans, Froome e Nibali i candidati per il podio, Menchov come riserva, Van den Broeck e Rui Costa per sorprendere, Van Garderen, Gallopin e Taaramae per crescere, tutti gli altri per cercare di rifarsi vincendo magari una tappa o con una fuga bidone che li riporti in Top 10 in questo Tour de France che mai come quest'anno parla inglese, con un leggerissimo accento siciliano.

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